La direttiva dell’Unione Europea EN 13432 vieta, a partire dal 1° Gennaio 2010 la produzione e la commercializzazione dei sacchetti non biodegradabili, le tradizionali shopping bag di polietilene. Giusto per essere sempre coerente con se stessa l’Italia non è stata in grado di rispettare la scadenza indicata e il governo italiano ha ottenuto una proroga del provvedimento di un anno, perciò la data è rimandata al 1° gennaio 2011.
Le fashion girl più aggiornate hanno già da parecchio tempo nell’armadio la “I ’m not a plastic bag” ideata da Anya Hindmarch. Dapprima accessorio di nicchia, è divenuto must have generale tanto da essere introvabile e acquistabile solo su ordinazione. 10 Corso Como è stato l’unico punto vendita in Italia e nei supermercati Sainsbury c’è stato un immediato tutto esaurito. Come per ogni crisi che si rispetti, la carente tiratura della “I’m not a plastic bag” ha portato alla speculazione finanziaria: la modica cifra di partenza, 5 sterline, è lievitata e c’è chi è riuscito a venderla per più di 150 euro! Più che fashion victim, che già è un termine che mi piace poco, direi fashion stupid!
Ecco una carrellata delle mie shopping bag preferite:
Louis Vuitton
Furla
Chanel
Infine la Pinko Bag. Questo modello solleva l’arduo problema riguardante la linea sottile che distingue shopping bag e city bag. Io la considero adatta per lo shopping!
Il confine shopping e city bag è spesso assente e vi è contaminazione tra i generi. La maggior parte delle griffe più celebri hanno una linea leggermente più economica che cerca di coniugare la comodità e la capienza della borsa comunemente usata per fare la spesa con la bellezza e la qualità delle borse che contengono il piccolo mondo che ogni donna porta con sé ogni giorno.
Gucci
Fendi
Louis Vuitton
A me piacciono soprattutto per la loro comodità e praticità anche se ne va dosato l’utilizzo, assolutamente vietato in certe occasioni.
A.
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