Il tempo che vorrei

Da quando lavoro ho imparato a capire il valore del tempo perché non posso fare quello che voglio quando preferisco.
Partecipare a corsi, prenotare un viaggetto o una mini gita, andare ad una mostra, fare un gustoso brunch, passare del tempo con le persone a cui voglio tanto tanto bene… Sono tutte attività che implicano la richiesta di ore di permesso o giorni di ferie oppure relegate nel fine settimana o nelle ore serali.
Il sabato si è trasformato nel giorno in cui mi rilasso tra una commissione e l’altra: compro regali per eventuali compleanni, vado in farmacia, porto le mie scarpe con il tacco dal calzolaio, faccio shopping, sistemo la mia camera, resto spaparanzata sul divano davanti alla tv, preparo dolci, sistemo le foto delle vacanze…
Durante la settimana segno sui post-it o salvo nella cartella “bozze” del mio cellulare vari promemoria riguardanti commissioni più o meno piacevoli da sbrigare durante il fine settimana.
Questo non significa che io dedichi l’intero weekend a svolgere piccoli doveri: quando voglio so essere molto svelta ed efficiente!
Ad essere sincera fino in fondo le mie borse sono spesso popolate da bigliettini di carta con annotate varie faccende che da molto, forse troppo tempo, dovrei sbrigare.
Fabio Volo nel suo libro parla di un tempo diverso, non calcolabile in termine di ore, minuti e secondi ma qualitativamente, in termini di amore e affetto.
Dopo aver scoperto che il problema di salute del padre si poteva risolvere con un’operazione, Lorenzo, il protagonista del libro, tira un sospiro di sollievo.
“Siamo rimasti seduti come se dovessimo riposare dopo una grande fatica. Ho guardato mio padre e mi sono accorto che non era più quello di prima. L’uomo che stavo guardando era una padre nuovo che mi era appena stato donato. Proprio mentre temevo di perderlo l’ho trovato, era lì con me. Lui e tutto il tempo che ritrovato che portava con sé. Un tempo di cui ho avuto per la prima volta piena coscienza e che mi è apparso in tutta la sua preziosità. Un tempo che valeva doppio perché pensavo di non avere più, di averlo perso per sempre. Un tempo che ho pensato sarebbe stato insieme breve e smisurato. Ho desiderato in quell’istante di non farmi più trascinare nella vita. E ho capito che anche con lei (la sua ex ragazza, n.d.r.) non potevo più sprecare altro tempo. Sono passati due anni: un’eternità. In due anni ho perso un’infinità di emozioni che non torneranno più. Con mio padre e con lei ho buttato tante occasioni. Ecco il tempo che vorrei.”

A.

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