Inizio dalla fine, con le parole pronunciate da Giancarlo Giammetti, compagno, amico e socio di Valentino, unito allo stilista da una relazione di 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno, da 50 anni: “Il mondo della moda oggi è molto diverso. Se c’è un motivo per cui un giorno Valentino dovrà smettere è questo. Questo non è un mondo fatto per lui.”
Si evince una mentalità opposta rispetto a quella che domina Matteo Marzotto a cui sono spettate le decisioni riguardanti amministrazione e finanza da quando il Gruppo Marzotto ha acquisito la Valentino S.p.a. il 30 giugno 2002: “Dobbiamo guardare ai numeri oltre che allo stile. Oggi uno stilista è più un manager che creatività pura. Una delle nostre esigenze è tenere d’occhio il mercato e capire cos’ha in serbo il futuro.” Un modo di pensare diverso, che guarda solo il risultato e che spinge verso la produzione di un numero maggiore di accessori perché “portano soldi”.
La moda ormai è un business enorme ed il futuro è nelle mani delle banche di investimento.
Tessuti di alta qualità, materiali preziosi, abili sarte, schizzi e cuciture fatti a mano, ornamenti lussuosi hanno lasciato il posto alla produzione seriale, alla griffe ostentata e alla quantità.
Il mondo di Valentino è incredibile, a partire dal Chateau de Wideville, la sua casa vicino a Parigi, da Michael Kelly, il suo adorabile, premuroso e preparato maggiordomo, passando per i suoi cinque cani di razza Carlino, a cui il dog sitter lava i denti e spruzza il profumo, che hanno il loro posto sul jet privato e sono abituati a farsi fotografare, fino ad arrivare alle creazioni da sogno che l’artista ha realizzato nel corso della sua carriera.
Un istinto innato ha da sempre guidato lo stilista e queste parole lo testimoniano: “Credo che questo sia il più bel vestito della collezione. Mi sono svegliato con questo vestito in testa. Ero seccato perché non mi piaceva quello precedente e l’ho cambiato con questo… All’ultimo minuto, il miracolo della collezione!”
L’unicità delle sue collezioni ha origine dall’unicità della sua persona; il glamour “è una cosa che ho nel sangue. Amo una bella donna, un bel cane, un bel mobile… Amo il bello, che ci posso fare?!”
Imperdibili le battute a proposito dell’acconciatura delle modelle:“Per questa collezione voglio uno chignon!!! Non voglio una pazza!”; verso gli implacabili fotografi: “Non fate tante foto, devono uscire perfette!”, i battibecchi e gli affettuosi litigi con Giancarlo Giammetti: “Ma quale pancia?Io non ho pancia! Tu invece hai tre strati!” e le frasi pronunciate quando perde le staffe: “Qua la gente deve stare in ginocchio davanti a me!”
Il mio personalissimo, ma credo molto condiviso, desiderio di possedere un abito Valentino si placa (ma non del tutto) man mano che il docu-film va avanti, mentre vengono raccontate le sorti dell’azienda fino ad arrivare alle dimissioni dello stilista, in seguito alla “irripetibile” festa di celebrazione dei suoi 45 anni di carriera: “E’ quindi il momento perfetto per dire addio al mondo della moda. Come dicono gli inglesi, lascio la festa finché c’è gente…”
Non resta che mettersi alla ricerca di un autentico Valentino… Vintage!
A.
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