Un altro lunedì!

Lu-ne-dì: tre sole sillabe, sei misere lettere; un nome astratto che però porta con sé un’infinità di connotazioni. Lavoro, scuola, stress, traffico, riunioni, interrogazioni, verifiche, svegliarsi presto, noia…


Questo maledetto primo giorno della settimana è persino in grado di rovinare quello che lo precede, la domenica. Da buona leopardiana non posso non citare “Il sabato del villaggio”.

Quasi per magia la domenica sera la mia testa viene invasa da pensieri che avevo chiuso in un cassetto il venerdì sera! Ricominciano, per esempio, a riapparire pensieri lavorativi, nomi di persone che con la mia vita privata (per fortuna?!) non hanno niente a che fare, mi immagino seduta davanti ad un pc che non è mio, sento un vocìo poco familiare, di persone che discutono come se le sorti del mondo pendessero dalle loro labbra, intravedo macchine in coda e semafori rossi… E il suono della sveglia diviene sempre più reale finché mi accorgo che è ora di alzarmi! Oh no!


Arrivata in ufficio mi rendo conto che ci sono persone, probabilmente per nulla leopardiane, che non amano il sabato e non santificano la domenica dato che trovo e-mail scritte ad orari improponibili durante il fine settimana. Passate in rassegna tutte le possibili scuse (dedizione al lavoro, serietà, senso del dovere, responsabilità, maturità, affidabilità, ambizione) realizzo che nessuna è valida e capace di giustificare questa continua e perpetua corsa verso un obiettivo che si sposta sempre più in avanti. E, dato che nel mondo non c’è quasi mai giustizia, spesso non si è nemmeno ripagati e nemmeno si riceve un ringraziamento. Ma il vero stacanovista non ha bisogno di questo, prosegue indisturbato per la sua strada.

Il lunedì dovrebbe essere diverso, il suo significato connotativo dovrebbe richiamare idee di leggerezza, tranquillità, ripresa lenta, energia, positività, dialogo e gentilezza. Dovrebbe esserci un clima diverso che predisponga l’individuo ad essere positivo e lo introduca nella nuova settimana che sta avendo inizio.

A.

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