Chapeau!

Il copricapo ha la funzione di proteggere la testa da condizioni climatiche avverse. Con il tempo però è diventato un accessorio caratterizzante al punto che molti personaggi famosi, per la loro particolare abitudine ad indossarne un certo modello, sono oggi immediatamente identificati attraverso il loro cappello.



Charlie Chaplin con la bombetta


La Regina Elisabetta d'Inghilterra che ne ha sempre in testa uno


Humprey Bogart con il suo “modello classico”

Indiana Jones

The Blues Brothers

Il cappello australiano in pelle di Paul Hogan in Crocodile Dundee

Slash, chitarrista dei Guns N’ Roses, con il cilindro su misura

Malcom McDowell in “Arancia Meccanica”

Sono molte le celebrities che lontane dai riflettori optano per un cappello sperando di passare inosservate e cadere in un rilassante anonimato per qualche ora.



Più chic rispetto allo sportivissimo cappellino con visiera è il Panama, re dei cappelli di paglia dal gusto retrò e tipicamente estivo. In controtendenza rispetto ai suoi cugini ha avuto un trend di crescita delle vendite.
Il nome di questo copricapo risale al 1906 quando, durante l’inaugurazione del canale di Panama, Theodore Roosvelt ne indossava uno di altissima qualità.





Se da un lato, permette di nascondersi, dall’altro può anche consentire di mettersi in mostra. In molti casi portare il cappello significa sottolineare la propria originalità.




Save the date: Il cinema con il cappello. Borsalino e altre storie (Milano, Triennale, 18 gennaio – 20 marzo). Una mostra, divisa in cinque percorsi (L’identità, ovvero il cinema con il cappello, Il cappello che emoziona, Scappellamenti e gesti, La giostra dei nomi & Borsalino lancia Borsalino) con una carrellata dei prodotti del celebre marchio portati sul grande schermo, a partire da Alain Delon – Borsalino del 1970. I curatori sono il critico Gianni Canova e Elisa Fulco della Fondazione Borsalino.

Buona domenica,
A.

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