La moda nella storia.3 _ Coco Chanel




"Coco Chanel ha creato la nuova uniforme della donna moderna."
- Vogue, 1926 -

Sull'infanzia di Gabrielle Bonheur si sa davvero molto poco di certo, soprattutto per le diverse versioni che lei stessa era solita dare dei suoi primi anni di vita: nata il 19 agosto del 1883 da una famiglia di venditori ambulanti senza un soldo, orfana a soli 12 anni, allevata severamente dalle suore (dove impara a cucire) in un convento, la giovane Gabrielle sembrava destinata ad una modesta vita di provincia.
Diventata maggiorenne iniziò a lavorare in un negozio di biancheria intima e maglieria, attività accompagnata da quella di cantante presso un caffè (e sembra che proprio qui iniziarono a chiamarla Coco per via del titolo di un pezzo in cui era solita esibirsi), dove conobbe il suo primo amante: Etienne de Balsan, appassionato di cavalli e di corse, che la fece trasferire nel suo castello in campagna. Coco passava quindi le sue giornate nelle stalle e probabilmente fu proprio questa tipo di vita "equestre" che ispireranno successivamente alcune delle sue creazioni.

Gabrielle iniziò a sviluppare una certa inquietudine verso la vita e gli ospiti del castello e si mise a creare dei cappelli; nonostante Balsan non comprendesse il suo desiderio creativo e la sua voglia di lavorare, permise a Chanel di trasferirsi in uno dei suoi appartamenti parigini. La rete di conoscenze di Etienne permisero a Gabrielle di formarsi una propria clientela, aprendo poi un negozio di capelli (che scioccarono, poichè erano dei semplici copricapi in paglia ornati da semplici fiori in raso o singole piume) a Deuville, grazie ai finanziamenti del suo grandissimo amore Chapel, conosciuto proprio grazie a Balsan, che non riuscì mai a sposare e che morì in un incidente stradale negli anni Venti, segnando in modo indelebile Chanel.
Dopo qualche anno dall'apertura Coco iniziò a vendere nel suo negozio anche qualche altro capo d'abbigliamento e con lo scoppio della prima guerra mondiale "Chanel Modes" decollò, grazie alla sua posizione strategica, in un posto di villeggiatura frequentato dalle persone più facoltose e in vista nella società francese.
Negli anni '20, Chanel lanciò la moda del capello corto; fu una fatalità: essendosi accidentalmente bruciata i capelli su un fornello, tagliò anche il resto. Dopo poco tempo le giovani donne alla moda imitarono il suo taglio, dando il via alla cosiddetta pettinatura "alla garconne".

 
Il 1926 fu l'anno di debutto del piccolo nero, petit robe noir, un corto abito nero con polsini e colletto bianco, semplice ma sempre di gran eleganza, che venne subito elogiato da tutti; negli anni '30 Chanel era all'apice del successo, aprì infatti un atelier in Rue de Cambon 31 a Parigi e propose i suoi celeberrimi tailleur , diventati simbolo di sobrietà ed eleganza.
In questo periodo Coco lanciò anche quello che, negli anni successivi, sarebbe diventato praticamente un'icona: il profumo N°5, che secondo le indicazioni della stilista doveva incarnare un concetto di femminilità senza tempo, unica e affascinante. Il N°5 non fu innovativo soltanto per la struttura  sintetica della fragranza, ma per la novità del nome (l'essenza scelta infatti fu la quinta che le venne proposta) e l'essenzialità del flacone, diventato famoso per la sua linea pulita e il tappo tagliato come uno smeraldo.


Negli anni trenta Chanel si dedicò alla realizzazione di gioielli; fino a quel momento la stilista aveva proposto, in abbinamento ai suoi capi, pezzi di bigiotteria, come i gioielli di cristallo, pietre finte, collane di perle false e catenelle dorate, bijoux che potevano permettersi molte delle signore appartenenti alla sua clientela e diventati parte dello stile inconfondibile di Coco.

 

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impose però un'improvvisa battuta di arresto; Chanel fu costretta a chiudere la sede di Rue de Cambon, tenendo aperto solo il negozio per la vendita dei profumi. Ritornò sulle scene nel 1954, a 71 anni,  affrontando i critici imperiosi delle riviste di moda, all'epoca innamorati di Dior, e le critiche di chi la credeva oramai vecchia e finita. Ben presto però i consensi iniziarono ad arrivare dall’America e Chanel tornò ancora una volta di moda. Nonostante la consacrazione ufficiale Coco ha sempre negato la sua importanza. Lei era — disse — “Solo una semplice sarta".

Negli anni Sessanta debuttò il sandalo bicolore, altro capo che divenne simbolo distintivo della maison
Chanel.


Gabrielle morì il 10 gennaio 1971 in una camera dell'hotel Ritz di Parigi, dove aeva abitato durante gli ultimi anni della sua vita.

La semplicità delle creazioni di Chanel fece furore nell'epoca in cui debuttarono; con il suo “piccolo nero”, Coco ha saputo dare la traduzione più efficace nell’ambito della moda di quel processo di emancipazione che è stato intrapreso dalle donne nei primi decenni del Novecento.
Sul piano dello stile Chanel ha reso l’abito femminile, da un lato più maschile e dall’altro più semplice, ma pratico; lo ha fatto proponendo alle donne di abbandonare il busto e di indossare vestiti ridotti all’essenziale, realizzati con materiali “poveri” ma comodi e pratici, come il jersey. I colori più comuni di Chanel erano il blu scuro, il grigio, e il beige. L'importanza data ai dettagli e l'uso estensivo di bigiotteria, con combinazioni rivoluzionarie di pietre vere e false, agglomerati di cristalli, e perle sono indicativi dello stile di Chanel, inconfondibile e riconosciuto in tutto il mondo.
L'impronta stilistica di Chanel si fonda sulla apparente ripetitività dei modelli base: le varianti sono costituite dal disegno dei tessuti e dai dettagli, a conferma del credo fatto proprio dalla stilista in una sua celebre battuta che "la moda passa, lo stile resta".




c.

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