Tacco sì - Tacco no

Manolo (Blahnik), Jimmy (Choo), Giuseppe (Zanotti). Per le più inarrestabili fashion addict sono loro i veri protagonisti di famose serie tv come Sex & The city e Lipstick Jungle o di film come Il diavolo veste Prada e I love shopping. Armate di tacco 12 rigorosamente a spillo si sono precipitate, facendo attenzione a non incastrarsi nei tombini, davanti a un mega schermo per non perdersi primi piani di scarpe e borse da sogno.
Sedute accanto a loro alcune personalità più pacate ma molto argute che silenziosamente, con le loro ballerine e i pantaloni stile Capri, si sono accomodate sulla poltroncina rossa del cinema per godersi una romantica storia d’amore. Tod’s, Car shoe e Miu Miu i loro nomi.
Siccome la vita non è fatta solo di estremi una moltitudine di Converse, Janet & Janet, Max&co., Ugg, Superga, Munich e tante altre riempiono impazienti tutti gli altri posti.

Altezza che oscilla tra gli 8 e i 12 centimetri: c’è chi non ne può fare a meno e chi li guarda con inquietudine. La scelta non è sempre facile.
Siete tra quelle che pensano “se belle si vuole apparire un po’ si deve soffrire” oppure tra coloro che non rinunciano al comfort?
C’è chi addirittura ne fa una questione di carattere e di atteggiamento.
Le heels victim, vittime (consenzienti) dei tacchi alti, sono affette da libido da vertigine probabilmente fin dalla nascita e i loro ricordi legati all’infanzia sono le passeggiate per casa con le scarpe della mamma.


 Il tacco alto come forma mentis radicata si trasforma in un’attitudine di vita all’insegna dell’altezza, della competizione e di un’andatura ancheggiante.
Avere stiletti, i più alti possibile, è una mania della quale andare orgogliose se il motto personale di vita è “altezza mezza bellezza”; una battaglia a colpi di tacchi a spillo per conquistare l’altezza desiderata e un’andatura si spera il meno dolente e traballante possibile.
Camminare sui tacchi alti è quindi prima di tutto una “questione di testa”, bisogna “sentirseli”. Invece ci sono persone che preferiscono condurre una vita “rasoterra”. Dire che si tratta di comodità è riduttivo anche se non doversi occupare di grate e tombini è già un bel sollievo!
Le cose si complicano al momento del fatidico “cosa mi metto?” perché l’effetto “vecchia zia” è dietro l’angolo. Via libera con i pantaloni (le ballerine con i jeans o i leggings sono una meraviglia), ok con un tubino al quale conferiscono charme e silente eleganza ma attenzione alle gonne: meglio optare per stivali very flat.
Un passo tranquillo e rassicurante contro l’inevitabile falcata alla quale costringe un tacco 10;
un fruscìo contro un ticchettìo;
il non apparire contro l’esibirsi;
la voglia di farsi cercare, di emergere per ciò che si è realmente e non per come si appare..
Dite che la scelta della scarpa sia una questione di cuore?
Certamente l'acquisto è amore a prima vista!




Da che parte state?
A.

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