Dopo un inverno che ci ha avvolte in dolcevita di cashmere e collant supercoprenti, l’arrivo dell’estate è un toccasana per la nostra voglia di cambiamento.
Una svolta che in primis riguarda il guardaroba, con cambio degli armadi annesso, e la voglia di colore.
Le unghie abbandonano i toni pastello e si lasciano vivacizzare da tonalità fluo, le labbra si lucidano e ammorbidiscono grazie a gloss color ciliegia o corallo, le gonne si accorciano e la gambe si scoprono.
Già la gambe, proprio loro, che ci fanno disperare d’inverno perché abbiamo sempre freddo e ci fanno innervosire d’estate perché si abbronzano difficilmente; arrivano sempre per ultime quando invece dovrebbero essere in pole position.
Armadi stracolmi di gonnelline e vestitini trepidanti e pronti all’uso che devono pazientare poiché danno il meglio di sé con l’abbronzatura.
Ecco allora che l’ansia del tutto-e-subito avanza e le file ai centri solarium, la ricerca disperata dell’autoabbronzante che non provochi macchie e la tintarella senza protezione ne sono una prova.
Durante gli anni delle scuole medie e del liceo per me il mese di luglio era sinonimo di mare e sole: partivo l’1 e timidamente mi sdraiavo in spiaggia armata di pazienza, volontà e musica e tornavo il 31 soddisfatta, abbronzata e felice grazie al mese di vacanza, alle nuove amicizie e al colorito che ben si abbina a qualsiasi outfit.
Ma quanto sole! La sigla SPF per me rientrava nel vocabolario di mamme apprensive attente alla pelle dei loro bambini, di signore anziane e di persone con particolari malattie cutanee. Nella mia valigia non ce n’era traccia.
Ero sempre stata consapevole dell’importanza di creme solari protettive, nella teoria ero bravissima, ma nella pratica peccavo.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, ho cambiato idea. Devo ammettere che non vedere sin dalla prima esposizione i risultati di tanta sofferenza sotto il sole è stato difficile ma sono stata ripagata dai risultati. Abbronzatura più duratura, rossore da aragosta assente, pelle più idratata e dall’aspetto decisamente più sano.
Ora non rinuncio alla protezione solare nemmeno d’inverno; la mia crema viso idratante da giorno ha un SPF 25.
Certo, spalmare la crema è una rottura specialmente quando la sabbia sottile si appiccica alla pelle e alla routine dentro-e-fuori-dall’acqua si è aggiunta la fase applicazione crema, che per fortuna non è divenuta una mania!
Crescendo ho imparato persino ad apprezzare l’ombra, in compagnia di un buon libro, musica o qualche gossip sotto l’ombrellone.. Perché l’estate è divertimento e relax!
Lascio che siano le signore addobbate con pareo in tinta con smalto e cellulare a fare le lucertole e io mi godo l’estate!
Buona estate!
A.
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